All’inizio del 2020, durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, all’ospedale Versilia di Camaiore è stato attivato da subito un reparto di riabilitazione dedicato a quei pazienti che, superata la fase acuta dell’infezione, sono pronti per iniziare un faticoso percorso per ritornare alla normalità dopo la malattia.
Questo processo inizia non appena possibile, quando il paziente è ancora positivo al virus e quindi contagioso e prosegue nel reparto di riabilitazione no-covid quando risulta negativizzato. È qui, dopo aver sconfitto il Covid sulla carta, che inizia l’azione di recupero dalle numerose disabilità lasciate dalla pregressa infezione.
Il lavoro svolto dall’equipe medica è duro e complesso. Molti pazienti arrivano dal reparto Covid così provati da necessitare ancora di vari supporti alle funzioni vitali, quali l’ossigenoterapia, la presenza di cannule tracheostomiche e l’assistenza della nutrizione artificiale. Le problematiche determinate dal virus, soprattutto in coloro che sono stati colpiti più duramente, non sono unicamente respiratorie, ma anche neurologiche, cognitive e motorie.
La natura sistemica della malattia si somma al trauma del prolungato isolamento vissuto da molti in terapia intensiva, rendendo ancora più duro il recupero. Il reparto di riabilitazione no-covid rappresenta per il paziente il primo contatto con il mondo esterno oltre che con il proprio corpo. Per questo motivo il percorso offerto ad ogni paziente è caratterizzato da un’assistenza onnicomprensiva fornita dalla collaborazione tra infermieri, fisioterapisti, logopedisti e neurologi.
Entrare nell’unità di riabilitazione dell’ospedale Versilia di Camaiore e vedere la riabilitazione di tre pazienti significa confrontarsi con la vastità del problema Covid. I tre protagonisti, con le loro storie, oltre a svelarci cosa si cela dietro i numeri raccolti nei bollettini giornalieri rappresentano la potenza di questo virus, capace di lasciare segni così forti da essere ormai una cesura tra una vita prima, ed una vita dopo.